A Bologna, in Piazza della Costituzione, il 5 maggio si svolgerà una manifestazione per la difesa dell’agricoltura
L’iniziativa è stata indetta da Cia, Confagricoltura e Copagri
BOLOGNA, 29 APRILE 2016 – Chiedere al Governo nazionale e all’Unione europea di dare risposte a vecchie e irrisolte problematiche come l’asfissiante burocrazia, un’Agea inefficiente che genera lunghi ritardi nei pagamenti e costi di produzione insostenibili.
Inoltre i prezzi dei prodotti agricoli sono in caduta libera, le incognite dell’ embargo russo e le vendite sottocosto; gli investimenti bloccati e le innovazioni tecnologiche al palo; una reale tutela del made in Italy, la cementificazione del suolo, l’abbandono delle aree rurali e il crescente problema dei danni alle colture provocati dalla fauna selvatica.
Queste sono fra le ragioni che le associazioni agricole Cia – Agricoltori Italiani, Confagricoltura e Copagri porteranno a sintesi nella mattinata del 5 maggio a Bologna, dalle ore 9 alle 12, in Piazza della Costituzione (area antistante l’ingresso della Fiera).
“Abbiamo apprezzato l’attenzione della Commissione Politiche Agricole della Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome al problema degli aiuti Pac- sostengono le organizzazioni agricole – . La manifestazione di Bologna, coinvolgendo le regioni del Nord Italia (Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Piemonte), darà un supporto alla mobilitazione nazionale manifestando le criticità delle maggiori filiere agroalimentari e delle imprese che hanno innovato ed investito e che pertanto hanno la necessità di ricercare, in accordo con le Regioni, nuove modalità di funzionamento di governo delle attività centralizzate. Rimarcando le positive esperienze di concertazione e sussidiarietà in corso con le diverse regioni e gli organismi pagatori – proseguono Cia, Confagricoltura e Copagri – evidenziamo la necessità di una azione urgente tesa a recuperare la necessaria efficienza operativa di Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) che nel resto del Paese provoca ritardi inaccettabili nei pagamenti e incide anche sui tempi di erogazione da parte degli organismi pagatori regionali.
Oggi come 13 anni fa – concludono le associazioni agricole – nonostante le enunciazioni di semplificazione, per una pratica di subentro l’azienda agricola deve produrre una quantità di carta superiore ai 20 chilogrammi e un agricoltore per pagarsi un biglietto del cinema deve vendere 30 chili di melanzane”.
I produttori chiederanno quindi risposte urgenti su burocrazia, costi di produzione insostenibili, prezzi in caduta libera, cementificazione del suolo e abbandono delle aree rurali.