A Piacenza uve bianche abbondanti, rosse un po’ scarse
Giuseppe Romagnoli
PIACENZA – A fine agosto nel piacentino erano state raccolte solo le uve base spumante (chardonnay, pinot ecc.) che in questa provincia sono di quasi irrilevante quantità, ma in generale si preannuncia una vendemmia buona per le uve bianche, sia in quantità (abbondante) che in qualità. Per le rosse le piogge primaverili hanno determinato una probabile riduzione delle produzioni, mentre per la qualità ogni giudizio è del tutto affrettato, anche se per tutte le tipologie, sia bianche che rosse, per ora la sanità è buona, con presenza scarsa di malattie crittogamiche (oidio, botrite, peronospora).
Ma anche in questo caso la situazione varia nelle diverse zone perché va ricordato che la viticoltura piacentina presenta caratteristiche pedoclimatiche diversificate; le coltivazioni infatti ricoprono 5.500 ettari; sono tutte in collina ed in vallate assai diverse tra loro. Lo scorso anno le produzioni medie, causa la siccità, erano state scarse e quindi nelle cantine sono rimaste pochissime giacenze. Questo dovrebbe favorire il mercato; le aspettative sono buone. “Ma i prezzi delle uve – commenta Davide Sacchi viticoltore a Carmiano nel piacentino – sono gli stessi da troppi anni, mentre i costi crescono, compresi quelli della burocrazia. Non a caso – ricorda – nella mia zona, molti viticoltori hanno “gettato la spugna” e sono pochi i giovani che proseguono l’attività. Per andare avanti – soggiunge – abbiamo dovuto integrare con l’attività agrituristica e, soprattutto, con la vendita diretta. Per ora non mi sento di dare giudizi sulla vendemmia. Agli inizi di settembre, iniziamo con Malvasia ed Ortrugo. L’escursione termica sicuramente favorirà aromi e profumi; vedremo settembre cosa ci riserva. Le premesse comunque per ora sono favorevoli”.