REGGIO EMILIA

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“Città, pianura e montagna assediate dagli animali selvatici: danni e pericoli”

“Ormai anche la città ospita animali selvatici, figuriamoci nei campi dell’Appennino e delle pianure emiliano romagnole: il risultato è una continua segnalazione di danni alle colture agricole, nonché pericolosi attraversamenti stradali”. Cia-Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna segnala un incremento della fauna selvatica, ovunque, dovuto anche al rallentamento, se non addirittura un blocco dei piani di controllo alle specie invasive.
“In tutta l’Emilia Romagna gli agricoltori lamentano una recrudescenza dei selvatici – spiega Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna – un fenomeno sotto gli occhi di tutti, persino dei cittadini che osservano stupiti cinghiali e caprioli nei parchi cittadini e nelle strade. Sono gli ungulati la causa principale dei danni, specialmente in Appennino, poi ci sono le nutrie che mettono a rischio gli argine di fiumi e canali”.
Pietro Codeluppi, dirigente Cia e imprenditore agricolo reggiano, afferma: “La situazione è molto preoccupante, stiamo entrando in un periodo di emergenza”. Entra nel dettaglio: “I provvedimenti presi in seguito alla pandemia da covid-19 sta avendo effetti molto pesanti anche sull’attività faunistico venatoria. L’attività di caccia di selezione non rientra tra le attività che giustifichino spostamento, pertanto è stata sospesa, così come sono sospesi anche i censimenti faunistici. Le operazioni di controllo della fauna selvatica sono consentite esclusivamente in forma singola (“metodo all’aspetto”), mentre tutte le altre forme di controllo faunistico che prevedono l’aggregazione di più persone anch’esse sono temporaneamente sospese”. Le conseguenze di questa situazione “sono davanti agli occhi di tutti e in rete girano molti filmati eloquenti”. Codeluppi si riferisce alle immagini di lupi che sono arrivati in pieno giorno nelle campagne della città e di diversi paesi della Val d’Enza, dei caprioli nelle strade di Albinea (zona collinare) e nel centro di Quattro Castella, o addirittura dei cinghiali che attraversano a nuoto il Po tra Lombardia e la nostra regione. In Appennino, la situazione è fuori controllo. “Questi animali hanno ormai invaso l’intero territorio provinciale – sottolinea -: ora vediamo i problemi, più avanti conteremo i gravi danni all’agricoltura, e non solo. Ma già adesso le conseguenze negative si fanno sentire. Oltre agli esempi appena citati, penso al numero delle volpi che è ormai fuori controllo ovunque. Così, come quello di fagiani, colombacci, corvidi. Per non parlare delle nutrie: rischiamo di vanificare totalmente il lavoro di contenimento che va avanti da diversi anni”.
Questa situazione si aggiunge ad una annata non certo entusiasmante. “Occorre anche considerare gli effetti delle pesantissime gelate primaverili ed ora la siccità – precisa Fini – con danni alle produzioni. Nonostante la continuità degli interventi di controllo sia assicurata, anche se rallentata, assistiamo ad un incremento dei danni da parte di tutte le specie selvatiche, in particolare, dei cinghiali, dei corvidi e delle nutrie. L’emergenza Covid inoltre ha limitato le opere di prevenzione. Confidiamo quindi in uno snellimento delle procedure burocratiche negli accertamenti dei danni – conclude Fini – nonché agevolando le richieste di autorizzazioni per le azioni di prevenzione in autodifesa”.

Coronavirus, gli agricoltori Cia Reggio si mobilitano per protezione civile e ospedali

“Tantissimi imprenditori agricoli ci hanno chiesto di fare da punto di riferimento e da tramite per consegnare le loro donazioni verso chi in questo momento è in prima linea nella lotta alla pandemia causata dal Coronavirus. ‘Cia Reggio’ si assume così l’impegno morale e concreto di fare da collegamento tra donatori e destinatari”. Lo annuncia la giunta che entra poi nel dettaglio spiegando che tra i soggetti “che abbiamo individuato per il grande lavoro svolto sul territorio, vi è il Coordinamento della Protezione Civile di Reggio. Sono centinaia i volontari che fin dal primo momento dell’emergenza si sono mobilitati per aiutare i cittadini. Hanno allestito le tende per il pre-triage, assicurato la sorveglianza sanitaria, assistito le persone più fragili, consegnato la spesa e i farmaci, distribuito i dispositivi di ‘Protezione Individuale’ ovvero attrezzature e strumentazioni che servono a ridurre i rischi per la salute e sicurezza nelle strutture sanitarie. In questi tempi che ci impongono la distanza, i volontari della protezione civile di Reggio al lavoro ci raccontano, ogni giorno, il senso più profondo e concreto dello stare accanto agli altri”.

Se vuoi fare una donazione, ecco i riferimenti:

IBAN: IT54V0200812814000100338854

Intestazione: COORDINAMENTO PROVINCIALE DEL VOLONTARIATO

Ma non solo. “Abbiamo contattato direttamente anche gli Ospedali della città e della provincia nei quali lavorano i medici e infermieri che con la loro opera – una vera e propria missione – salvano ogni giorno vite umane – aggiunge la giunta -. Noi possiamo dare loro un piccolo aiuto che permetterà di continuare a svolgere la fondamentale attività nel massimo della sicurezza e dell’efficacia”.

Se vuoi fare una donazione, ecco i riferimenti:

IBAN: IT34Y0306902477100000046052 (BIC: BCITITMM)

Intestazione: EMERGENZA COVID 19 (ed eventuale specifica dell’ospedale)

Per info: https://www.ausl.re.it/come-fare/effettuare-donazione-denaro

In conclusione, la giunta ringrazia “gli agricoltori Cia Reggio per la grande sensibilità mostrata in un momento così difficile per tutto il Paese”.

Coronavirus: con Pasqua arrivano le video ricette degli Agrichef Cia

Carciofi, asparagi, uova, farina, ricotta, fragole. Sono solo alcuni degli ingredienti nella lista della spesa per iniziare a cucinare con gli Agrichef di Cia-Agricoltori Italiani. Parte, infatti, con l’arrivo di Pasqua, la rassegna delle video-ricette realizzate dai cuochi contadini di Cia direttamente nelle cucine degli agriturismi associati, per mettersi ai fornelli insieme e preparare un piatto tipico o tradizionale, in un momento in cui tutte le famiglie italiane sono costrette a casa dall’emergenza Coronavirus.

L’iniziativa è promossa da Turismo Verde, l’associazione per la promozione agrituristica di Cia-Agricoltori Italiani, e dalla Spesa in Campagna, la rete delle aziende Cia per la vendita diretta che, dall’inizio della pandemia, è in prima linea nelle consegne a domicilio attraverso il portale dell’organizzazione (https://iprodottidalcampoallatavola.cia.it)

Da Nord a Sud Italia saranno, dunque, gli stessi cuochi agricoltori di Cia a svelare, con l’iniziativa #incontriamoCIAifornelli, i segreti più preziosi, tramandati di generazione in generazione, dei loro speciali piatti regionali, a partire da quelli solitamente immancabili a tavola durante le festività di Pasqua. Giorno dopo giorno, sulle pagine Facebook ufficiali di Turismo Verde Cia (@TurismoVerdeCia) e la Spesa in Campagna (@Cialaspesaincampagna) sarà possibile scoprire sempre nuove ricette attraverso una full immersion virtuale nelle cucine degli agriturismi, guidata, passo passo, dagli Agrichef alle prese con primi, secondi, contorni e dolci.

“E’ importante che in questo periodo di estrema fragilità e difficoltà per il Paese, messo a dura prova dal virus, arrivi nelle case degli italiani tutto il nostro massimo supporto, quello degli agricoltori, spesso impegnati anche nella vendita diretta come nelle cucine degli agriturismi”, dichiarano Antonio Sparascio e Matteo Antonelli, rispettivamente presidenti nazionali di Turismo Verde e la Spesa in Campagna Cia.

“Resta, infatti, fondamentale, nonostante le innumerevoli difficoltà -aggiungono Sparascio e Antonelli- l’impegno assunto dagli agricoltori nel condividere i sapori della tradizione contadina e, al contempo, promuovere la qualità e il valore nutrizionale dei prodotti agroalimentari italiani. E’ anche per questo che ci siamo attivati, insieme anche ai giovani, alle donne e ai pensionati di Cia, nel dare vita al progetto ‘I prodotti dal campo alla tavola’ per offrire, appunto, la possibilità in tutta Italia di poter fare la spesa restando a casa e pensando noi alla consegna a domicilio. Il portale online, suddiviso per regioni e in costante aggiornamento -concludono- porta alla mappa delle attività disponibili al servizio”.

Cimice asiatica: l’Ue accoglie le richieste dell’Emilia-Romagna

Dopo il via libera di ieri dalla Conferenza Stato-Regioni ai due decreti ministeriali per i primi indennizzi statali e l’avvio della lotta biologica contro la cimice asiatica, l’insetto killer che da qualche anno sta imperversando in vaste aree del nord Italia, in primis l’Emilia-Romagna, arriva anche l’auspicato sostegno finanziario dell’Europa per la prevenzione e il risarcimento dei danni alle colture, soprattutto pere, mele, pesche e kiwi.

Lo ha deciso la Commissione Ue che, accogliendo le pressanti sollecitazioni sia del nostro Governo, sia della Regione Emilia-Romagna, anche attraverso l’associazione  Areflh, la rete europea delle regioni e dei produttori di ortofrutta,  ha varato un atto esecutivo, valido solo per le Regioni italiane colpite dalla cimice (tutto il nord, ad esclusione della Valle d’Aosta), che, grazie all’attivazione  dell’articolo 221 del regolamento per le organizzazioni comuni di mercato (Ocm), permette di introdurre misure straordinarie.

Il provvedimento, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Ue il 31 marzo, consente di incrementare, nell’ambito dei programmi operativi delle Organizzazioni dei produttori (Op), le risorse finanziarie per la gestione dell’emergenza dovuta alla cimice asiatica.

“Si tratta di un grande risultato- sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi– ottenuto grazie al lavoro condotto sin da subito dalla Regione attraverso il Ministero dell’agricoltura e la rete Areflh, che ci ha consentito di avere una interlocuzione diretta con la Commissione. Un altro importante tassello che si va ad aggiungere agli altri due provvedimenti in corso di approvazione a livello nazionale per il lancio della vespa samurai, il nemico naturale della cimice asiatica, e per l’avvio della procedura per la presentazione delle domande di risarcimento dei danni”. “Siamo e saremo a fianco dei produttori- prosegue Mammi- che soprattutto nel 2019 hanno subito perdite davvero ingenti e in questi giorni stanno pure soffrendo per i danni delle gelate tardive. Se dopo l’istruttoria delle domande, l’entità del risarcimento richiesto sarà superiore alle risorse stanziate in Finanziaria, ci impegneremo con il governo perché tutti siano adeguatamente compensati. Per quanto ci riguarda continueremo a investire importanti risorse per aiutarli a dotarsi di sistemi di protezione delle colture più efficienti e per sostenere gli studi e le ricerche scientifiche per individuare armi più efficaci nella lotta contro la cimice”.

Le novità del provvedimento  

Sono due le principali novità introdotte dal provvedimento comunitario, adottato secondo una particolare procedura utilizzata pochissime volte in passato, a testimonianza dell’importanza dell’intervento. La prima novità consiste nello stanziamento di un fondo aggiuntivo dello 0,4% del valore della produzione commercializzata (VPC),  specificatamente dedicato a sostenere le iniziative di contrasto alla cimice. Un fondo che si aggiunge a quello già disponibile nei programmi operativi delle Op per le misure di prevenzione e gestione delle crisi.

Per la prima volta è inoltre prevista la possibilità di utilizzare queste risorse aggiuntive per costituire il capitale iniziale dei fondi di mutualizzazione delle Op e per l’indennizzo dei danni.

L’altra importante novità del regolamento varato dalla Commissione Ue riguarda l’aumento dal 50% al 60% della percentuale di aiuto per gli interventi di prevenzione dei danni da cimice inseriti nei Programmi operativi delle Op. Interventi quali ad esempio l’installazione nei frutteti di reti antinsetto per proteggere la frutta.

“Emergenza Coronavirus: assumere in campagna giovani, cassaintegrati e pensionati”

Una piattaforma per gestire i lavoratori stagionali nel settore agricolo sulla scia di quanto accade in Austria e Francia; strumenti flessibili per assumere in campagna pensionati, giovani, cassaintegrati e cittadini; una sanatoria per regolarizzare gli immigrati e gli irregolari che lavorano nei campi. Sono le richieste di  Cia-Agricoltori Italiani al governo per provare a dare risposte immediate alla richiesta di manodopera che arriva dalle aziende agricole in tutta Italia per effetto dell’emergenza Coronavirus.

Secondo le stime di Cia, un provvedimento di regolarizzazione, che in Italia manca dal 2012, oltre a coinvolgere una platea di 150 mila persone e a inserire in una cornice di legalità i lavoratori già presenti nel nostro Paese, potrebbe portare nelle casse dello Stato anche nuove entrate per 1,2 miliardi di euro, tra Irpef e contributi previdenziali.

L’idea di Cia è quella di prevedere, alla stipula del contratto, il pagamento di un contributo forfettario da parte del datore di lavoro e il rilascio del permesso di soggiorno per il lavoratore.

La piattaforma, invece, servirebbe per incrociare domanda e offerta di lavoro in maniera trasparente, mappando i fabbisogni di lavoro agricoli per fronteggiare l’assenza di manodopera e prevenire così anche una possibile emergenza umanitaria che rischia di determinarsi negli insediamenti affollati di immigrati irregolari.

“I campi del Paese si stanno svuotando e, per evitare il rischio del blocco degli approvvigionamenti di cibo fresco a supermercati e negozi di beni alimentari, è necessario intervenire immediatamente -ha ribadito il Presidente di Cia Agricoltori Italiani, Dino Scanavino-. A causa delle restrizioni imposte dalle misure per il contenimento del Coronavirus, infatti, diversi prodotti rischiano di rimanere in campo e nelle serre perché non ci sono abbastanza operatori per la raccolta”.

“Già da qualche settimana registriamo queste richieste dai territori che si fanno, giorno dopo giorno, sempre più pressanti  -ha continuato Scanavino-. Servono interventi urgenti, non ci possiamo permettere di buttare cibo e occorre anche consentire la fluidità del lavoro agricolo. Sono necessari gli interventi da subito per continuare a rifornire gli scaffali di prodotti freschi e sani”.

Voucher in agricoltura: Cgil, Cisl e Uil si oppongono e scrivono a Conte

Il governo non ceda alle richieste delle organizzazioni datoriali del mondo agricolo che in nome dell’emergenza propongono di estendere e liberalizzare l’uso dei voucher: una richiesta inopportuna che precarizza il lavoro ed è insopportabile e lesivo della dignità dei lavoratori agricoli perché´ mortifica i diritti dei lavoratori. Così con una lettera inviata al premier Giuseppe Conte e per conoscenza ai ministri dell’Agricoltura e del Lavoro, Teresa Bellanova e Nunzia Catalfo, i leader di Cgil Cisl e Uil Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, ribadiscono il no dei sindacati ad uno strumento “improprio”, già al centro di forti polemiche negli anni passati e fortemente ridimensionato nell’applicazione, che crea, spiegano ancora, solo disparità considerato che il suo utilizzo “è previsto per il solo lavoro accessorio e non per il lavoro ordinario”.

E a Conte Landini, Furlan e Barbagallo chiedono dunque “di intervenire al fine di evitare che il Governo nel momento della conversione in legge del decreto Cura Italia o nella predisposizione del prossimo, modifichi in peggio la normativa attuale sui voucher in agricoltura”. E ammoniscono: “scelte diverse ci porterebbero a dover assumere una posizione di forte contrapposizione con l’esecutivo”. La richiesta del mondo agricolo, “sostenuti da diverse forze politiche in Parlamento, non solo di opposizione”, di estendere e liberalizzare l’uso dei voucher d’altra parte, si legge ancora nella lettera, si poggia sull’idea di “poter, in questo modo, attirare lavoratori anche italiani nelle imminenti ”campagne di raccolta” affinchè possano sostituire la contingente mancanza di lavoratori dell’est Europa”.

“Una modalità che ci sembra inopportuna – si legge – perché´ mortifica i diritti dei lavoratori e risulterebbe inoltre essere in contraddizione con ciò che si sta verificando a valle della filiera dove, in molte aziende alimentari, abbiamo raggiunto importanti accordi in applicazione del Protocollo sulla sicurezza del 14 marzo u.s. a tutela dei lavoratori e diverse imprese hanno introdotto misure di gratificazione economica per i lavoratori che restano in produzione”. Il voucher invece con cui l’agricoltura intende rispondere all’emergenza coronavirus è “uno strumento che precarizza il lavoro e che risulta anche essere improprio, in quanto l’utilizzo dei cosiddetti voucher è previsto per il solo lavoro accessorio e non per il lavoro ordinario”. Non solo. “Ciò risulta, inoltre, insopportabile e lesivo della dignità dei lavoratori agricoli, che a maggior ragione in questo momento, dovrebbero vedere riconosciute le piene tutele contrattuali, oltre che le misure di sicurezza previste dal Governo, così come avviene per altri lavori ritenuti essenziali in questa fase di emergenza”, concludono i sindacati. (fonte Sky24)

Coronavirus: Cia sempre più vicina ad anziani e famiglie in difficoltà

Ci sarà un contributo aggiuntivo da parte degli agricoltori a fronte dell’acquisto di frutta e verdura, fatta con i buoni spesa finanziati dal Governo e ora distribuiti dai Comuni. A comunicarlo è Cia-Agricoltori Italiani che accoglie così l’invito del Presidente del Consiglio, ad applicare una scontistica extra a supporto dell’iniziata introdotta, in emergenza Coronavirus, per aiutare soggetti e famiglie più in difficoltà.

Con grande disponibilità, infatti, molti agricoltori associati a Cia e presenti su tutto il territorio italiano, hanno scelto di scendere ulteriormente in campo per far fronte anche ad un’altra faccia dell’emergenza, quella delle disuguaglianze sociali.

Le aziende disponibili alla consegna a domicilio tramite il portale Cia dedicato, applicheranno, dunque, uno sconto fino al 10% sul totale della spesa fatta con i buoni per l’acquisto di beni di prima necessità.

 Vincere la battaglia contro il virus, ricorda Cia, è anche assicurare, cibo sano e di qualità, indistintamente, a tutti i cittadini.

Coronavirus: Cia, bene finanziamento accordi di filiera grano, mais, legumi, carne ovina

Gli accordi di filiera per grano, mais, legumi, soia, carne ovina, che saranno finanziati nei prossimi giorni, rappresentano una notizia positiva per tanti produttori, la risposta premiante al lavoro che Cia-Agricoltori Italiani ha portato avanti nei comparti e nell’interlocuzione con il Ministero. Una buona notizia, dunque, per settori strategici dell’agricoltura nazionale grazie all’accordo raggiunto nella conferenza Stato -Regioni di ieri.

Per il grano sono stati stanziati 40 milioni di euro complessivi fino al 2022, per garantire un aiuto fino a 100 euro a ettaro per i produttori di grano duro in contratti di filiera pluriennali. Viene esteso il modello dei contratti delle filiere del grano anche a mais, legumi e soia con un contributo, anche in questo caso, pari a 100 euro per ettaro coltivato nell’ambito di contratti di filiera. Lo stanziamento previsto ammonta a 11 milioni di euro complessivi per il mais e 9 milioni di euro per legumi e soia.

Estesi interventi agli allevamenti di ovini con un aiuto fino a 9 euro per ogni capo macellato e certificato IGP e un aiuto fino a 6 euro per ogni capo non IGP nato, allevato e macellato in Italia nel periodo dal 1° marzo al 30 aprile dell’anno precedente a quello della domanda, quindi per il 2019 nell’annualità 2020 e per il 2020 nell’annualità 2021. Intervento che vale complessivamente 7,5 milioni di euro.

“Il fatto che il Ministro Bellanova non abbia fermato la macchina del Ministero e abbia accolto le sollecitazioni di Cia a proseguire sul terreno del potenziamento dei settori sono segnali positivi che fanno sperare in un ritorno alla normalità nel più breve tempo possibile”, ha commentato il Presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino.

Lotta alla cimice asiatica: via libera alla vespa samurai e indennizzi per gli agricoltori

Via libera alla riproduzione e diffusione della vespa samurai e alle misure di emergenza necessarie per concedere agli agricoltori gli 80 milioni di euro di indennizzi stanziati dal Governo. Lo ha stabilito la Conferenza Stato-Regioni che ha dato parere favorevole ai due decreti che permetteranno di intervenire a favore delle imprese agricole per prevenire e contenere i danni da cimice asiatica della stagione in corso e indennizzare quelli subiti nel 2019.
Per quanto riguarda il ricorso alla lotta biologica attraverso l’introduzione della vespa samurai come antagonista della cimice, “l’Emilia-Romagna è pronta”, annuncia l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi, ricordando che “la Regione ha più volte sollecitato il Ministero dell’Ambiente e presidiato in sede di Conferenza delle Regioni perché non ci fossero ulteriori ritardi nel dare via libera al decreto. Il Servizio Fitosanitario regionale, in collaborazione con una rete di laboratori, ha lavorato in autunno e in inverno per la raccolta delle ovature di cimice asiatica che servono alla riproduzione della vespa samurai. Siamo nei tempi per fare i lanci a grande scala a metà giugno, quando ci saranno le deposizioni delle nuove uova dalla cimice”.
“È grazie a questo lavoro- prosegue l’assessore – che il parere è stato inserito d’urgenza nell’ordine del giorno della Conferenza di oggi; si rischiava altrimenti di andare alla successiva convocazione e perdere tempo prezioso”.
“Siamo pronti a partire e a dare risposta agli agricoltori che attendono gli indennizzi nei tempi più rapidi- ha poi commentato Mammi-. Le risorse a disposizione sono quelle stanziate dal Governo nell’ultima Finanziaria, ovvero 80 milioni di euro che andranno tutti a copertura dei danni accertati l’anno scorso. Siamo stati la prima Regione a dichiarare lo stato di calamità e a trasmettere a fine gennaio al Ministero la delimitazione delle zone colpite dai danni della cimice asiatica. Oggi siamo in attesa della pubblicazione del decreto con la dichiarazione dello stato di calamità nazionale e la delimitazione di tutte le aree colpite anche nelle altre regioni. Abbiamo già predisposto la procedura on-line semplificata per la presentazione delle domande da parte delle aziende senza recarsi fisicamente negli uffici”.

I due atti approvati dalla Stato-Regioni

I due atti approvati oggi dalla Conferenza Stato-Regioni sono il decreto del ministero dell’Ambiente su “Criteri per la reintroduzione ed il ripopolamento delle specie autoctone e per l’immissione di specie e popolazioni non autoctone”, in attuazione al decreto del Presidente della Repubblica 102 del 5 luglio 2019.  Una volta pubblicato, il decreto consentirà alle Regioni di attivare la procedura per riprodurre e immettere nei campi la vespa samurai, antagonista naturale della cimice asiatica. È quindi un passo in avanti per la lotta biologica alla cimice asiatica, l’unica forma che nel medio periodo potrà davvero contrastare il proliferare dell’insetto e ridurne quindi i danni.
Il secondo decreto sulle “Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e il contrasto della cimice asiatica”, previa trasmissione alla Commissione Europea da parte del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, consentirà l’avvio delle procedure di indennizzo dei danni agli agricoltori una volta pubblicata la delimitazione e la dichiarazione di stato di calamità nazionale. Gli 80 milioni di euro stanziati con l’ultima finanziaria saranno interamente destinati agli indennizzi dei danni del 2019. In base alla normativa europea gli indennizzi potranno scattare quando il danno supera il 30% della Produzione lorda vendibile aziendale riferita al settore vegetale. Il Ministero rimborserà fino all’80% del danno accertato. (fonte Regione Emilia Romagna)

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