FERRARA

NOTIZIE IN PRIMO PIANO FERRARA

COMUNICATI STAMPA FERRARA

Difesa delle aree interne, consumo di suolo e cambiamenti climatici al centro dell’agenda Cia

FERRARA, 6 dicembre – Le priorità del settore agricolo per uscire dallo stallo economico e sociale, dopo molte annate di crisi climatica che ha generato cali di produttività e dunque di reddito per le aziende. Ne hanno discusso i 400 delegati che nei giorni scorsi hanno partecipato all’assemblea nazionale di Cia-Agricoltori Italiani accompagnata dallo slogan: “Agricoltura al bivio: più valore a chi produce”.

Tra le urgenze, inserite in un vero e proprio documento operativo: redistribuzione del valore dei prodotti lungo le filiere; riduzione del consumo del suolo agricolo; gestione della risorsa idrica con opere e interventi di adattamento e mitigazione; nuove strategie commerciali; risorse della Pac meno legate a una richiesta “ideologica” di sostenibilità ambientale; manodopera specializzata per sopperire alla carenza strutturale e poi valorizzazione delle aree interne e gestione della fauna selvatica, particolarmente importanti nel ferrarese, come ha spiegato il presidente di Cia Ferrara, Stefano Calderoni. “Nelle aree interne italiane si trova il 56% della superficie coltivabile e qui lavorano gli agricoltori che sfidando il clima, la mancanza di servizi, la fauna selvatica fuori controllo per produrre cibo. Ma la domanda è: per quanto tempo possono ancora resistere? Io credo non per molto – continua Calderoni – visto che i loro le produzioni vengono costantemente svalutate e che oggi su 100 euro spesi dal consumatore, solo 7 restano in tasca al produttore. Un disequilibrio che appare incolmabile, pesa sui bilanci delle aziende e sulla loro spinta a innovarsi e a fare investimenti. Un tema che si lega alla valorizzazione delle aree interne che rischiano di essere abbandonate, non solo perché gli agricoltori non riescono a fare reddito ma anche per la mancanza di servizi prossimali e penso in particolare al Basso Ferrarese dove si concentra la produzione agricola e dove le carenze infrastrutturali e di servizi sono un problema enorme per la tenuta economica e sociale. Il rischio di abbandono di questi territori e il costante consumo di suolo sono due fattori che, associati ai cambiamenti climatici, generano le calamità che ormai conosciamo fin troppo bene. Basti pensare che, in base al recente rapporto ISPRA, la popolazione è diminuita dell’11% mentre la superficie urbanizzata è salita al 42%, una percentuale insostenibile dal punto di vista agricolo e ambientale. Appare banale dire che sul cemento l’acqua scorre velocemente, senza penetrare nelle falde per poi tornare al mare e fa aumentare la possibilità di allagamenti e fenomeni alluvionali. Bisogna quindi fermarsi e non consumare più suolo per urbanizzare perché il rischio di calamità e danni alle persone e alla nostra agricoltura  durante i fenomeni di pioggia intensa è altissimo”.

“Nel ferrarese – continua il presidente di Cia Ferrara – permane poi il problema della fauna selvatica, perché non c’è ancora un piano di controllo efficace e risarcimenti diretti per le aziende agricole che subiscono danni. Si tratta di un problema mai risolto, che affligge quotidianamente le aziende agricole, perché le specie invasive aumentano anziché diminuire. In questo contesto appezziamo l’impegno della Regione, che credo continuerà anche la nuova amministrazione, per sostenere il settore agricolo, ma con le risorse sempre più scarse che arrivano a livello nazionale non può certo risolvere tutti i problemi che lo attraversano. Certo è – conclude Calderoni – che se a livello nazionale ed europeo, si vuole davvero invertire la rotta e far sì che a quel bivio gli agricoltori scelgano ancora la strada della produzione e del presidio dei territori, serve un piano di opere e di investimenti mai visto prima nella storia del nostro Paese e della Comunità Europea”.

WhatsApp chat
%d