Settore ortofrutta: al via azioni mirate in tutta la regione per salvare il settore
Gli agricoltori di Cia-Agricoltori Italiani Emilia-Romagna, da Piacenza alla Romagna, si stanno mobilitando con una serie di richieste alla politica per il comparto ortofrutta, decisamente uno dei più penalizzati dai cambiamenti climatici. Basta pensare alle perdite disastrose dovute al clima: si stimano riduzioni di rese medie generali di oltre il 60% con picchi del 90. Un quadro decisamente nefasto che coinvolge in Regione oltre 25 mila imprese ortofrutticole su un totale di oltre 53.000 che operano sul territorio e che crea i 1,2 miliardi in termini di produzione lorda vendibile.
Anche a Ferrara i produttori ortofrutticoli stanno vivendo un momento di profonda crisi, come sottolinea il presidente di Cia Ferrara, Stefano Calderoni: “Quest’anno i consumatori faranno molta fatica a trovare le pere italiane nei reparti ortofrutticoli dei supermercati perché semplicemente il prodotto commercializzabile manca quasi del tutto. La media delle perdite sinora stimate è del 60% ma in molti casi ci sono picchi dell’80%-90% fino ad aziende che hanno scelto di non raccogliere. Aziende che si trovano ora a scegliere se espiantare o continuare a resistere, perché ormai da diversi anni lavorano in perdita. Peraltro, la crisi dell’ortofrutta non riguarda solo il primario, che rimane comunque quello più colpito, ma tutte le filiere, con un impatto economico e sociale incalcolabile: basta pensare alla mancanza di lavoro per gli stagionali, ma anche una perdita di posti di lavoro che riguarderà probabilmente tutto l’indotto legato al primario”.
Una situazione così grave che richiede misure immediate e urgenti, come spiega Stefano Francia, presidente di Cia Emilia-Romagna: “Siamo decisamente sulla strada di perdere il primato di produttori di frutta, pere in testa, e per questo occorre intervenire con misure straordinarie a garanzia di un comparto strategico per la nostra regione e per il Paese, partendo dalla delimitazione dell’area colpita dagli eventi primaverili e attivare il decreto legislativo 102/04 a parziale compensazione dei danni subiti. In accordo con il presidente Cia nazionale abbiamo infatti inviato una lettera indirizzata al ministro del Dicastero agricolo Lollobrigida e chiesto che venga riconosciuto il carattere di eccezionalità. Inoltre, venerdì scorso, in occasione di un evento promosso dai giovani agricoltori Cia è intervenuto il Sottosegretario di Stato, Luigi D’Eramo, al quale abbiamo consegnato un documento in 10 punti con le strategie da adottare per uscire da questa fase stallo”. Secondo Cia, con risorse derivanti dall’Ue vanno messi in campo tutti gli strumenti di difesa attiva e passiva indispensabili a prevenire i disastrosi effetti del gelo. “L’assenza di interventi tempestivi – prosegue Francia – rischia di determinare un ridimensionamento del comparto con estirpi e cessazione di attività dove i soggetti più fragili, piccole e medie imprese, giovani agricoltori e agricoltrici che sarebbero costretti a chiudere i battenti”. Per questo motivo Cia avvierà azioni mirate in tutta l’Emilia-Romagna per salvare una “voce di bilancio” che in regione vanta il più alto numero di denominazioni comunitarie con standard produttivi unici e sarà quindi un impegno politico a tutti i livelli”.
SUBITO MISURE STRAORDINARIE PER SALVARE IL SETTORE ORTOFRUTTICOLO
CIA AGRICOLTORI ITALIANI CHIEDE:
1) di prevedere nella delimitazione dell’area colpita dagli eventi primaverili di aprile e maggio attraverso l’attivazione del decreto legislativo 102/04 a parziale compensazione dei danni subiti;
2) proroga delle rate di credito agrario di esercizio e di miglioramento attuando le medesime procedure già sperimentate nel corso dell’emergenza COVID;
3) destinare risorse per finanziare la “cambiale agraria” Ismea per assicurare liquidità alle imprese agricole colpite da gelo ed alluvioni anche attraverso il coinvolgimento dei confidi regionali;
4) finanziare, attraverso le risorse della programmazione comunitaria, tutti gli strumenti di difesa attiva indispensabili a prevenire i disastrosi effetti del gelo;
5) permettere, utilizzando le risorse OCM ed i piani operativi, la conversione varietale degli impianti che sia siano dimostrati improduttivi;
6) riorganizzare la filiera garantendo ai produttori la necessaria remunerazione del lavoro e terminare l’iter per la definizione di un catasto ortofrutticolo nazionale;
7) ricostituzione della dotazione per gli interventi compensativi per siccità dal 01/06/2022 al 30/09/2022 ridotta del 50% a seguito dei tragici eventi che hanno colpito l’Emilia- Romagna nel mese di maggio;
8) la drastica riduzione dei principi attivi ha compromesso l’efficacia delle strategie di difesa in campo. Questo, combinato a fattori ambientali avversi, ha determinato una significativa riduzione della capacità produttiva degli impianti. Occorre quindi rilanciare le attività di ricerca e impedire che l’Europa compia la scelta ideologica di un dimezzamento delle molecole attive in assenza di alternative tecniche adeguate;
9) sostenere il sistema assicurativo per garantire una efficace difesa delle produzioni;
10) l’esonero parziale dal pagamento dei contributi propri e dei lavoratori dipendenti sia per le aziende agricole che per le società o cooperative che svolgono o hanno svolto attività agricola nei successivi 12 mesi dal verificarsi dall’evento calamitoso come disposto dall’art. 8 del D.Lgs. 102/2004 poi modificato con D.Lgs. 82/2008.