Assemblea annuale di Cia Romagna – Un percorso strategico per interpretare il futuro
Si è svolta giovedì 30 maggio alla Fiera di Forlì l’Assemblea annuale della Confederazione Italiana Agricoltori Romagna. Fra i punti all’ordine del giorno anche le valutazioni di metà mandato sul percorso “Cia Romagna”
Non ci sono dubbi: la decisione di dar vita, dal 14 dicembre 2017, a Cia nella dimensione Romagna è stata giusta. I partecipanti all’assemblea annuale dei delegati, intervenuti dopo il presidente Danilo Misirocchi, hanno confermato e rafforzato le sue parole. L’obiettivo era, ed è, duplice: politico-sindacale e strutturale-organizzativo. Il tutto si sostanzia, da un lato, con l’impegno ad essere una massa critica più ampia nelle relazioni interistituzionali e nei tavoli di confronto con le altre organizzazioni del mondo agricolo e del settore economico nel suo insieme, ma non solo; per incidere nei percorsi decisionali e orientare anche svolte importanti per gli agricoltori, quindi aggiungere valore alla rappresentanza rendendo l’azione politico-sindacale più forte ed efficace. Dall’altro, con lo scopo di consolidare il sistema della struttura composto da una rete di professionalità nella quale, integrando e valorizzando esperienze, competenze e professionalità diverse – che Cia Romagna ha e che hanno lavorato sodo e frequentemente in emergenza in questi anni difficili – si progetta il futuro in termini di servizi alle imprese e al cittadino.
“Pandemia, gelate tardive, alluvioni, frane, tornado, altri eventi climatici estremi, l’aumento dei prezzi delle materie prime e dei servizi della logistica, hanno sottoposto tutti noi, parte politica e parte tecnica, a gestire l’emergenza senza tralasciare l’ordinario, che è tanto e fatto anche di altre problematiche”, ha sottolineato Misirocchi. “La struttura ha dovuto essere più operativa che mai in questi anni e la ringraziamo per l’impegno e lo sforzo fatto – ha affermato Misirocchi – Ora ci aspetta un’altra sfida: dobbiamo riprendere il percorso della progettazione, insieme, parte politica e parte tecnica, sulla base di obiettivi, temi e percorsi condivisi per portare a conclusione questo mandato avendo come faro la capacità di cogliere le esigenze degli associati, affrontarle e giocare tutte le partite aperte. Cia Romagna è una componente importante del sistema Cia, all’interno di questo sistema cercheremo di dare il nostro contributo al livello regionale e nazionale, sempre partendo dal territorio in quanto il territorio è punto di partenza e di ritorno di tutta l’attività politica e dei servizi”.
I rappresentanti delle associazioni di persone di Cia Romagna, Wiliam Signani per l’Associazione pensionati Anp, Stefania Malavolti per Donne in Campo e Matteo Pagliarani per i giovani agricoltori Agia, hanno ribadito con forza l’importanza del progetto Cia Romagna che, “fatto insieme dirigenti e tecnici”, come ha ricordato Signani, “mira a interpretare il futuro”. Hanno messo in evidenza i temi da non sottovalutare, come quello dei servizi in particolare della sanità, innanzi tutto in termini di medici di base nelle aree interne, aree che lungo tutto lo Stivale soffrono medesime problematiche e il rischio spopolamento con quanto ne consegue. Hanno sottolineato l’importanza di esserci, di partecipare, ma anche la fatica che questo comporta e che le donne probabilmente, come ha detto la Malavolti, sentono ancora di più. Pagliarani ha esortato a “creare il valore della presenza”, la necessità di essere protagonisti del cambiamento e di far arrivare a Bruxelles, in Europa, la politica che parte dai territori.
Alberto Asioli, oltre a riconoscere l’opportunità di aver costituito Cia Romagna, ritiene efficace l’azione sindacale di Cia e rilancia, auspicando che l’obiettivo dell’Organizzazione sia di essere ancora più incisiva.
Alcune riflessioni sono state dedicate al “movimento dei trattori”, che Cia non ha né demonizzato né esaltato e col quale si è confrontata in alcune occasioni. Andrea Graziani, nel suo intervento, ha espresso la preoccupazione che questi movimenti possano rappresentare una forza disgregativa, mentre c’è bisogno di restare uniti.
Il direttore di Cia regionale, Gianni Razzano, capo di gabinetto del presidente nazionale Cristiano Fini, ha rafforzato alcuni passaggi degli interventi che lo hanno preceduto e ha illustrato i punti salienti del Dl agricoltura evidenziando la posizione di Cia.
Stefano Francia, presidente di Cia Emilia-Romagna, nelle sue conclusioni, ha ricordato il valore di essere un’associazione di rappresentanza libera da vincoli di pensiero e parola, capace di esprimersi nel merito delle questioni avendo come base di partenza le esigenze degli agricoltori.