“Autodifesa” dai cinghiali: bene l’estensione ad agricoltori, familiari e persone di fiducia introdotta dalla Regione

Devastazioni di coltivazioni, allevamenti e prati adibiti al pascolo: cinghiali e altri selvatici sono diventati insostenibili per l’agricoltura
Il provvedimento della Regione (Dgr 1793), recentemente approvato, permette ai proprietari o conduttori dei fondi di avvalersi dei propri familiari o dipendenti e di due coadiutori di fiducia per realizzare piani di controllo e ‘autodifesa‘ per contenere i cinghiali. La Dgr 1793 di approvazione del piano di controllo dei cinghiali è stata inoltre integrata dalla DGR n. 2093/2021 correggendo la precedente prescrizione e prevedendo che gli agricoltori già autorizzati ad esercitare sui terreni da loro condotti l’autodifesa siano abilitati a proseguire l’attività.
Nella parte della delibera riguardante “Personale coinvolto, autorizzazione e coordinamento dell’attività di controllo”, dopo le parole “purché muniti di abilitazione all’esercizio venatorio alla specie cinghiale” è stata aggiunta la frase “fatta eccezione per coloro che sono stati autorizzati ad operare dalle Province e dalla Città Metropolitana di Bologna in virtù di precedenti Piani di controllo.”
Il risultato raggiunto è di fondamentale importanza ed è stato ottenuto dopo un importante lavoro politico svolto da CIA nei confronti della Regione. Per Cia Romagna si tratta di un passo avanti per contrastare l’invasività di questi selvatici che arrecano danni alle coltivazioni e agli allevamenti.
“In questo modo si agevola l’agricoltore nell’effettuare l’indispensabile azione di autodifesa e a intervenire con tempi più rispondenti alle necessità– spiega Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna – Apprezziamo lo sforzo che la Regione sta facendo per modificare la Legge regionale 8/94, sulle disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell’attività venatoria, adeguandola alle mutate esigenze”.
In materia di fauna selvatica, uno dei fronti ancora aperto a livello nazionale è la proposta di modifica della legge 157/92. “Il confronto costante che il livello regionale di Cia ha con l’Assessore Mammi si inserisce anche nel percorso importante della proposta di modifica della Legge nazionale sulla caccia 157/92, un percorso che Cia ha avviato anni fa negli incontri con le commissioni parlamentari, con il presidente della regione, coi prefetti – prosegue Misirocchi – Le proposte sino ad ora presentate in Parlamento, purtroppo, non hanno prodotto alcun risultato. Non ci sono solo i cinghiali, ci sono anche i lupi, gli storni, le nutrie. Non si può andare avanti all’infinito, la situazione è diventata insostenibile per l’agricoltura e in molti casi per la sicurezza stradale”.
Il provvedimento recentemente approvato dalla Regione – sul quale l’assessore Alessio Mammi è intervenuto anche nel corso della presentazione dell’Annata Agraria di Cia Romagna- consente, inoltre, agli agricoltori sino ad oggi autorizzati dalla Polizia provinciale, di esercitare sui terreni in conduzione l’autodifesa e di essere esonerati dall’obbligo di ottenere una specifica abilitazione alla specie cinghiale in quanto negli anni hanno maturato le conoscenze e le capacità ora richieste.
Per coloro che ne faranno richiesta – e che non hanno mai attuato l’autodifesa – invece sarà necessario acquisire la specifica autorizzazione a seguito della frequentazione di un corso e il superamento del relativo esame.
“La collaborazione tra rappresentanze e istituzioni e la collaborazione fra tutte le rappresentanze è uno degli obiettivi di Cia Romagna – conclude Misirocchi – Occorre trovare soluzioni applicabili, cercare di superare gli ostacoli, in questo ambito specifico e per le tante altre questioni aperte che riguardano il settore”.