ROMAGNA

COMUNICATI STAMPA ROMAGNA

Cia chiede ai Sindaci di riattivare i mercati alimentari

C’è l’intesa fra ministero della Salute e il presidente della Regione Emilia-Romagna nell’ordinanza del 3 aprile 2020. Ora Cia Romagna chiede ai sindaci di riaprire i mercati alimentari. Si ridurrebbe la pressione eccessiva sui centri commerciali da parte dei consumatori

6 Aprile 2020Cia-Agricoltori Italiani Romagna non ha mai smesso di lavorare sulla riapertura dei mercati agricoli. Ora, con l’entrata in vigore dell’ordinanza del 3 aprile 2020, Cia Romagna chiede ai Sindaci di riattivare, nei modi consentiti, i mercati di prodotti alimentari.

Infatti, la recente ordinanza – emessa dal ministero della Salute, d’intesa con il Presidente della Regione Emilia-Romagna – li permette.

È stata così accolta la richiesta di Cia-Agricoltori Italiani. L’art. 1 lettera d) dell’ordinanza del 3 aprile 2020, ne permette la riapertura alle condizioni indicate: “Non sono sospesi all’interno di strutture coperte o in spazi pubblici recintati i mercati a merceologia esclusiva per la vendita di prodotti alimentari e i posteggi destinati e utilizzati per la vendita di prodotti alimentari a condizione che l’accesso sia regolamentato in modo da consentire il rispetto della distanza interpersonale di un metro”.

La riapertura dei mercati alimentari avrebbe l’importante effetto di ridurre la pressione dei consumatori sui centri commerciali e sui negozi di prodotti ortofrutticoli che, inevitabilmente, in questo periodo, come documentato da servizi giornalistici, subiscono una pressione eccessiva da parte dei consumatori. Eviterebbe, inoltre, di sprecare gran parte della produzione che in questo periodo d’inizio primavera arriva a maturazione.

Cia Romagna assicura che da parte sua e degli agricoltori associati sarà data la massima collaborazione per garantire il rispetto delle norme di sicurezza igienico-sanitarie previste dalla normativa vigente a tutela della salute di tutti.

Ancora gelate – Si temono danni di entità mai vista prima in Romagna

All’emergenza sanitaria e a quella economica dovuta al covid-19 se ne aggiunge un’altra, straordinaria per il territorio, che è quella delle gelate. A macchia di leopardo, ma praticamente anche dalla gelata dell’1 aprile è stata colpita tutta la Romagna: interessato tutto il territorio ravennate, così come tutto il cesenate, ad esclusione della zona verso il mare lato Cesenatico. Anche nel forlivese e nel riminese sono state segnalate forti criticità. In certe zone e in certe aziende si prevedono perdite del 100% per ciliegio e albicocco; dell’80% per susino e pesco. Molto probabile un incremento di danni nelle pomacee (di solito non soggette a danni da gelo) e nelle viti, specialmente in collina.

Per quanto riguarda i danni da gelate, non sarebbero previsti interventi particolari in quanto si tratta per lo più di colture assicurabili ma, vista l’eccezionalità dell’evento, Cia sta lavorando con la Regione per ottenere una deroga alla legge 102 che regola le calamità. In questa situazione molte aziende agricole non riusciranno a reggere se non si trovano interventi straordinari e immediati – afferma Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna – Questo non è un problema confinato al settore primario: l’agricoltura nel nostro territorio rappresenta molto per l’indotto e l’occupazione. In questo momento più che mai, le difficoltà delle aziende agricole rischiano di avere pesanti conseguenze anche per le altre categorie, che già stanno soffrendo per questa situazione di emergenza”.

Il problema è che le gelate dell’1 aprile e del 24 marzo sono di tipo diverso: le correnti del 24 marzo hanno colpito una parte enorme del territorio romagnolo e le correnti del primo aprile hanno creato danni anche in quelle zone meno danneggiate dal precedente evento. Inoltre, per alcune aree i danni di stanotte si aggiungono ai precedenti. “Temiamo un danno sulla produzione ortofrutticola (forse anche per la vite, ma ora è prematuro sbilanciarsi) che in questa entità non si è mai verificato in Romagna”, sottolinea Misirocchi. È vero che alcune aziende sono dotate di antibrina, ma gli impianti sono limitati per colture di pregio che permettono questo tipo di intervento. È vero anche che molte aziende sono assicurate, ma l’assicurazione, del danno complessivo riconosce intorno al 40-45% che, in condizioni ordinarie, è positivo. Il fatto è che non siamo in condizioni normali. “Abbiamo aziende in grande crisi di liquidità, soprattutto le ortofrutticole, data dalla crisi di mercato, dagli ingenti danni della cimice asiatica del 2019 e da mancate produzioni che per vari motivi si sono verificate in vari comparti”, precisa Misirocchi.

I danni sembrano essere di portata inedita per la Romagna. “La prossima settimana si comincerà a capire meglio”, spiega Misirocchi e ribadisce: “Il timore è che ci troveremo di fronte ad una situazione mai vista prima per entità di danno. Aspettiamo i prossimi giorni in quanto sono previste altre due notti difficili”.

Cia Romagna sollecita gli agricoltori a segnalare i danni da gelo, scrivendo, entro il 6 aprile, all’indirizzo di posta elettronica cia.romagna@cia.it. Nella mail vanno indicati i propri recapiti per essere richiamati al fine della raccolta dei dati necessari per la delimitazione del territorio nelle aree colpite.

L’appello di Cia Romagna ai Sindaci e Presidenti di Provincia della Romagna

Compriamo i prodotti agricoli del territorio e azzeriamo le distanze tra il campo e la tavola. La lettera apertadel presidente di Cia Romagna, Danilo Misirocchi, con la quale invita le Istituzioni, in questo momento di grande emergenza, a diffondere l’appello a comprare i prodotti agricoli del territorio. Cia Romagna a tal proposito segnala l’iniziativa online “I prodotti dal campo alla tavola”, grazie alla quale gli agricoltori del territorio danno la propria disponibilità alla consegna a domicilio, nel pieno rispetto delle norme, e gli acquirenti possono comprare le migliori produzioni degli associati Cia della propria provincia.

Egregio Signor Sindaco
Egregio Presidente della ProvinciaAzzerare le distanze tra il campo e la tavola per consentire a tutti, anche in questo momento di grande emergenza per il Paese, di acquistare e consumare i prodotti genuini della terra.  È con questo spirito che le donne e i giovani di Cia-Agricoltori Italiani, sono protagonisti di una importante iniziativa su tutto il territorio nazionale e anche nel nostro territorio.Nel pieno rispetto delle regole dettate dai decreti governativi, infatti, donne e giovani agricoltori stanno consentendo, soprattutto ad anziani e soggetti a rischio, di non privarsi dei prodotti tipici del territorio, frutto del lavoro incessante delle aziende agricole.

Questo impegno è utile a garantire un corretto grado di sicurezza alimentare, oltre che a offrire la possibilità di acquistare i prodotti della terra.

Stiamo affrontando un momento epocale che è anche una sfida importante da vincere. Attraverso il nostro impegno cerchiamo di rivitalizzare il rapporto di comunità tra cittadini e agricoltori e tra mercato e prodotti di filiera corta:insieme riusciremo a uscire da questa emergenza.

Giovani e donne di Cia sono protagonisti sui social, in queste ore, della campagna #noinonciarrendiamo con centinaia di foto e video postati per dimostrare come gli agricoltori, anche in questo periodo di emergenza,non possono e non vogliono fermarsi

Consultando questa pagina web è possibile conoscere  l’elenco delle aziende disponibili ad effettuare la vendita con consegna a domicilio non solo dei prodotti freschi, ma anche piatti pronti preparati dagli Agrichef delle Aziende Agrituristiche, fiori recisi ed in vaso, piantine aromatiche e piante ornamentali per abbellire e colorare le case ed i balconi in questo inizio di primavera anomalo a causa dell’emergenza Coronavirus.
Consultando questa pagina è possibile trovare le aziende anche del suo territorio, coinvolte nel progetto:

https://iprodottidalcampoallatavola.cia.it/home-page/emilia-romagna 

I consumatori in questo momento stanno privilegiando l’acquisto di prodotti alimentari come latte, uova, frutta, verdura, legumi, farina, che registrano notevoli incrementi delle vendite . Per questo abbiamo anche chiesto ai protagonisti della Grande Distribuzione Organizzata di sostenere concretamente i nostri produttori acquistando questi e altri prodotti direttamente dalle aziende agricole del nostro Paese, che non stanno lesinando sforzi per garantire a tutti i cittadini, ogni giorno, cibo fresco e sano.
Questo è un momento particolarmente drammatico per le persone e le aziende: solo insieme e sostenendoci potremo superarlo e affrontare il futuro.

RingraziandoLa per la Sua attenzione restiamo a disposizione per qualsiasi chiarimento e per possibili iniziative comuni.
Buon lavoro
Il Presidente di Cia Romagna, Danilo Misirocchi

Pesante gelata notturna per le produzioni romagnole

Cia-Agricoltori Italiani Romagna è attiva e sollecita gli associati a segnalare attraverso foto, telefonate, messaggi la situazione nei campi dopo la gelata della notte del 24 marzo per poter procedere poi alle verifiche del caso. Che potesse essere una nottata critica per l’agricoltura romagnola era stato annunciato dalle previsioni meteorologiche dei giorni scorsi. Si può dire che lo sia stata molto più di quanto si fosse ipotizzato. Un’area molto vasta nelle colline e nelle basse pianure romagnole è stata colpita dal gelo, seppur a macchia di leopardo, con temperature molto al di sotto dello zero e per molte ore. La gelata della nottata del 24 marzo ha certamente colpito gli impianti delle nostre produzioni: albicocche, ciliegie, pesche, mele, kiwi, cereali, orticole. Stando alle previsioni, si aspettano ancora alcune notti molto critiche sull’intero territorio romagnolo.

albicocca 24 marzo 2020 - post gelata
albicocca 24 marzo 2020 post gelata

Gli agricoltori cercano di difendere il loro lavoro e le produzioni con vari strumenti: da quelli antibrina alle assicurazioni. Purtroppo i mezzi di difesa non si possono applicare a tutte le colture con convenienza e a volte servono solo per limitare i danni – spiega Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna – Ad esempio, un’antibrina nei peschi, per il reddito che danno, è impensabile e stanotte di pesche temo ne siano rimaste poche”.

Sempre più sotto stress, di nuovo verifiche per cercare di capire quali conseguenze ci saranno sulle colture e sull’economia, non solo delle imprese agricole. Alcuni agricoltori, dopo questa pesante gelata ed avendo eseguito le prime visite in campo nella mattinata del 24 marzo, temono di non poter neppure raccogliere albicocche e pesche quest’anno. Per avere la certezza del danno e della sua profondità è necessario attendere alcuni giorni, ma le previsioni non promettono bene.

“Per quanto riguarda le gelate, in questa fase non possiamo fare altro che rilevare e segnalare i danni. Partendo dalla considerazione che molte aziende non sono in grado di sopportare questa ulteriore calamità, cercheremo di trovare tutte le soluzioni possibili per sostenerle – sottolinea Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna  – Sappiamo che non sarà facile e scontato, in particolare in questo momento drammatico per il nostro Paese con tutte le ripercussioni che vi saranno anche sull’economia; ma lo faremo con tutte le nostre forze cercando alleanze, dal momento che le ripercussioni negative ricadranno sul tessuto economico locale per via dell’indotto che attiva la nostra attività”.

Il portale di Cia per le consegne a domicilio

Nella mappa online, anche aziende romagnole, pronte a rifornire i cittadini di prodotti della terra e piatti tipici

La lista delle aziende agricole è in continuo aggiornamento

Carne, latte, frutta, verdura, olio, vino, pasta e tanto altro, ma anche piatti tipici preparati per il weekend dagli Agrichef, con un semplice click dalle aziende agricole alle tavole degli italiani, grazie al nuovo portale di Cia. Nella mappa online anche aziende romagnole, pronte a rifornire i cittadini di prodotti della terra e piatti tipici.

Una particolare attenzione è rivolta agli anziani: con questa operazione l’obiettivo di Cia è consegnare loro materie prime fresche di stagione o prodotti e tutelarli da truffe e tentativi di raggiri, ripetutamente registrati in questo periodo di emergenza sanitaria. Il progetto è anche un contributo alla lotta contro l’isolamento ancor più evidente per gli anziani e in contesti marginali come quelli delle aree interne. Tra le altre cose, Cia ha siglato un accordo con Senior Italia FederAnziani.

Il sito https://iprodottidalcampoallatavola.cia.it/, online da ieri, consente a tutti, restando a casa, di acquistare e consumare, ogni giorno, i prodotti freschi della terra, ma anche prelibatezze e piatti della tradizione, con la garanzia di qualità assicurata dagli uomini e dalle donne di Cia.

Bastano pochi secondi per individuare la regione d’interesse, l’azienda più vicina e scegliere le materie prime di stagione o i prodotti, che gli agricoltori consegneranno a domicilio nel pieno rispetto delle norme igienico-sanitarie previste dal governo per contenere la diffusione del Coronavirus. La lista delle aziende agricole è in continuo aggiornamento, pertanto si invita a consultare periodicamente l’elenco.

Infine, per garantire i consumatori ed evitare le truffe, al momento dell’acquisto, sarà consegnata una parola d’ordine da utilizzare al ricevimento della spesa.

Cia-Agricoltori Italiani offre questo servizio grazie alla collaborazione delle sue associazioni: al femminile (Donne in Campo), giovani (Agia), pensionati (Anp), per la vendita diretta (la Spesa in Campagna) e agrituristica (Turismo Verde).

“Le imprese agricole non si fermano e non si arrendono. Stiamo lavorando costantemente per fornire un servizio utile a cittadini e agricoltori, con particolare attenzione ai più fragili e a rischio come gli anzianisottolinea Agnese Ceroni, Responsabile agriturismi, vendita diretta e igiene alimenti di Cia RomagnaCerchiamo di rafforzare un legame importante di comunità tra produttori agricoli e cittadini e tra mercato e prodotti di filiera corta: insieme riusciremo ad uscire da questa emergenza”.

Gli agricoltori di Cia sono protagonisti sui social, in queste ore, della campagna #noinonciarrendiamo, con centinaia di video e foto girati in tutto il Paese e postati in rete per dimostrare come gli uomini e le donne della terra, anche in questo periodo di emergenza, non possono e non vogliono fermarsi.

Al link seguente una rappresentanza degli agricoltori Cia dell’Emilia Romagna col loro video messaggio https://www.facebook.com/CiaAgricoltoriRomagna/videos/207842707149441/

Coronavirus: Cia Romagna, stop alle pratiche commerciali scorrette

Ora si metta fine ad assurde richieste di certificati “virus free” – Pubblicate le linee guida della Ue sulla gestione delle frontiere: no a certificazioni aggiuntive sui prodotti

Non dovrà essere imposta alcuna certificazione aggiuntiva per le merci che si spostano legalmente nel mercato unico dell’Ue. Con la pubblicazione delle linee guida sulle misure da adottare alle frontiere per l’emergenza Coronavirus, la Commissione europea mette definitivamente la parola fine a certe pratiche commerciali scorrette, segnalate più volte dalle aziende italiane, come la richiesta assurda di certificati “virus free” da apporre sui prodotti agroalimentari in arrivo dall’Italia. Lo afferma Cia-Agricoltori Italiani, sottolineando come anche l’Autorità europea per la sicurezza alimentare riporta che “non ci sono prove che il cibo sia una fonte di trasmissione di COVID-19”.

“Le linee guida dell’Ue sulla gestione delle frontiere – osserva Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna – vanno nella giusta direzione di proteggere la salute dei cittadini, garantendo sia la libera circolazione dei prodotti, in primis quelli agroalimentari, all’interno del mercato unico, sia la sicurezza dei rifornimenti. Allo stesso tempo, tutela anche l’adeguato trattamento di chi deve viaggiare, come i lavoratori stagionali e transfrontalieri”.

Ora l’auspicio di Cia è che le linee guida della Commissione Ue vengano rispettate e applicate da tutti gli Stati membri, senza riserve o scetticismi. In caso contrario, si andrebbe a creare una situazione senza precedenti in Europa, con conseguenze rischiose sia per la tenuta del mercato unico, che per quella economica dei singoli Paesi.

Coronavirus: la Cia c’è col telelavoro

17 marzo 2020Da oggi uffici chiusi anche a dipendenti e collaboratori, non solo al pubblico, per fronteggiare al meglio un eventuale aggravamento della situazione sanitaria causata dal Coronavirus.

Cia Romagna non si ferma: l’attività continua col telelavoro, assicurando operatività e servizi ai soci. Essendo un metodo lavorativo che si attua in velocità, con tempi dettati dalla fase di emergenza, c’è la massima disponibilità ad apportare i miglioramenti che risulteranno necessari.

12 marzo 2020 – Per tutelare la salute di tutti – cittadini, associati e personale Cia – dal 13 marzo tutti gli uffici e tutte le sedi di Cia Romagna sono chiusi al pubblico. Gli uffici sono comunque operativi e i servizi essenziali di assistenza tecnica e amministrativa vengono erogati da Caf, Caa, Patronato Inac in modalità “smart”, ossia attraverso telefono, posta elettronica, web e altri strumenti. Questo per adempiere a tutte le scadenze previste e portare avanti il più possibile l’attività dell’Organizzazione, compatibilmente con la situazione contingente e la conseguente organizzazione del lavoro, nel pieno rispetto delle disposizioni governative.

A seguito delle evoluzioni avvenute e dei provvedimenti del Governo, e di quelli adottati da Cia Romagna, sono stati sospesi gli appuntamenti della campagna redditi previsti fino al 14 aprile, allo scopo di evitare l’afflusso di persone nei nostri uffici in una fase delicatissima dal punto di vista sanitario.  Appena sarà possibile, gli appuntamenti verranno di nuovo messi in calendario.

Chiuso il mercato contadino di Faenza – Cia Romagna scrive al Sindaco

Cia Romagna chiede al Sindaco di Faenza, Giovanni Malpezzi, di rivedere la posizione assunta con l’ordinanza che chiude esclusivamente il mercato contadino

Vista l’Ordinanza n.7/2020 del 12 marzo dell’Amministrazione comunale di Faenza, finalizzata all’esclusiva chiusura del mercato contadino di Faenza a fronte, invece, dell’intenzione di mantenere aperti e funzionanti gli altri mercati settimanali che si svolgono sul territorio comunale, Cia Romagna si è rivolta al Sindaco Giovanni Malpezzi affinché prenda in considerazione la possibilità di rivedere questa posizione.

Pur nella legittimità delle scelte assunte dal Sindaco Malpezzi e capendo la gravità del momento e la necessità di attuare ogni forma di limitazione e di prevenzione del formarsi di assembramenti di persone (e apprezzando questa attenzione e questa cautela), Cia Romagna evidenzia come questa misura appaia non solo e non tanto eccessiva quanto, invece, proprio in contrasto con l’art 1 del Dm dell’11 marzo 2020.

Le motivazioni addotte da Cia Romagna per tale richiesta al Sindaco Malpezzi derivano dal contenuto del Decreto ministeriale 11/03/2020 che contempla:

  • le misure per garantire approvvigionamenti alimentari di qualità e al contempo favorirne la fruizione in spazi all’aperto e, se adeguatamente regolamentati, più in sicurezza rispetto al commercio in luoghi chiusi.
  • L’indicazione e la prescrizione di legge per cui i banchi alimentari possono continuare l’attività all’interno dei mercati.

Quest’ultima precisazione suffragata anche dal fatto che diversi territori (vedasi l’esempio del Comune di Ravenna, Lugo o, ancora più vicino al territorio di Faenza, Riolo Terme) stanno continuando e hanno chiarito di voler continuare lo svolgimento di tale tipologia di mercato.

La lettera, a firma di Danilo Misirocchi (presidente di Cia Romagna) e di Stefania Malavolti (referente Cia Romagna per la vendita diretta), prosegue specificando quanto segue:

Già in questi giorni come operatori abbiamo potuto verificare che l’affluenza ai mercati dei contadini è stata molto inferiore rispetto al solito e molto più ordinata e “autoregolamentata” (segno questo che le misure anche informative messe in atto anche dall’Amministrazione da Lei guidata sono state efficaci): abbiamo anche potuto rilevare che i consumatori si sono recati a questi mercati esclusivamente per fare la spesa per poi andarsene senza sostare ulteriormente nel mercato. Molti giovani, si sono presentati per conto di genitori e nonni. Molti hanno esplicitamente riferito che preferiscono fare i propri acquisti all’aperto ed evitare i luoghi chiusi e troppo frequentati.

Teniamo anche ad evidenziare che il rispetto delle norme, per quanto ci è stato possibile verificare direttamente, è stato di altissimo livello sia da parte dei clienti sia da parte degli agricoltori stessi, che hanno garantito che ogni banco fosse dotato di cartelli indicanti le regole precise da seguire e predisposto divisori per il rispetto delle distanze.

Teniamo anche a sottolineare che la totalità degli agricoltori presenti erano forniti di mascherine di protezione.

L’ordinanza da lei sottoscritta disorienta anche i fruitori del mercato. I clienti si stanno interessando direttamente dalle imprese produttrici sulla continuità e regolarità del mercato del contadino. Questa argomentazione dimostra la serietà ed il legame di fiducia instaurato tra le parti.

Ci permettiamo anche di sottolineare, senza introdurre da parte nostra discriminazioni di alcun genere (ma, anzi, per sollecitare tutti a fare la propria parte nel proprio ambito per fare rispettare le regole igienico sanitarie fondamentali in questo momento)  il mercato contadino abbia tutte le carte in regola per poter offrire un servizio in assoluta sicurezza, quanto meno al pari degli altri punti vendita, in quanto in questa forma di  vendita l’agricoltore ha il diretto controllo sulla merce che non viene assolutamente toccata dal cliente e l’immediata possibilità di evitare comportamenti non idonei. 

Per queste motivazioni riteniamo non sia opportuno un provvedimento di restrizione o di chiusura del mercato del contadino nel territorio di Faenza, manifestando, in aggiunta, la nostra piena disponibilità ad un’ulteriore e più sicura autogestione ed autoregolamentazione delle aree e degli spazi dedicati chiedendo al contempo un intervento di doveroso e opportuno supporto da parte delle forze di Polizia Locale alle quali spetta, per quanto di competenza, fare rispettare i criteri di sicurezza previsti dalla normativa e che è bene collaborino alla corretta riuscita e gestione del mercato del contadino non solamente per controlli e sanzioni nei momenti ordinari, ma anche e ancora di più in questi momenti particolari in cui c’è necessità di assicurare ai cittadini adeguati e sicuri approvvigionamenti alimentari.

 

Coronavirus – positive le prime misure del governo per l’emergenza, ma servono anche azioni più strutturali

Le prime misure del governo per affrontare l’emergenza Coronavirus sono positive, ma servono anche azioni più strutturali a sostegno delle imprese. Secondo le prime stime di Cia Romagna si rileva infatti una ricaduta della crisi anche sulle aziende agricole del territorio e l’impatto negativo è avvertito soprattutto dalle realtà produttive che hanno rapporti commerciali con le aree colpite.

Si tratta di una situazione straordinaria che coinvolge a cascata tutta l’Italia e la Romagna, a partire dalle aziende dell’agroalimentare e del turismo che si trovano a dover affrontare le ripercussioni negative dal punto di vista sia commerciale sia organizzativo, come le difficoltà nel reperire manodopera.

Cia Romagna segnala ad esempio il caso del settore agrituristico, con numerose disdette dei turisti stranieri per i mesi di aprile, con le feste pasquali, e di maggio.

Le criticità sono in costante aumento e occorre risolvere tempestivamente i problemi legati alla logistica e alla distribuzione che limitano l’attività delle strutture produttive. Anche sul versante export si registra una contrazione del mercato, con ordinativi al ribasso e disdette causati da un clima generale di sfiducia fra i principali sbocchi commerciali all’estero.

Tale scenario, sottolinea Cia Romagna, richiede di pensare all’intero sistema e all’adozione di interventi di sostegno più strutturali a favore dei comparti produttivi, in particolare quello agricolo.

I produttori Cia stanno continuando a lavorare per sostenere anche le aree più colpite, vigilando sulla filiera e respingendo ogni tentativo di speculazione sui prezzi dal campo alla tavola.

Agrichef, rinviata la tappa regionale

RINVIATA A DATA DA DESTINARSI LA TAPPA REGIONALE DEL FESTIVAL AGRICHEF, IN OTTEMPERANZA ALL’ORDINANZA DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA BONACCINI E DEL MINISTRO SPERANZA

A Forlimpopoli la tappa regionale del Festival, il 24 febbraio all’Istituto “Pellegrino Artusi” (dalle 14.30). Tra gli sfidanti provenienti da tutta la regione anche due agriturismi romagnoli: Clorofilla di Matteo Pagliarani, Mercato Saraceno (FC)  e Monte Spada Agri Culture di Matteo Bolognesi, Zattaglia di Brisighella (RA).  

L’Agriturismo “Clorofilla” presenta la ricetta dei “cappelletti in brodo”; “Monte Spada” propone la “pizza fritta di farro integrale macinato a pietra”.

La giuria è composta da giornalisti enogastronomici e chef che valuteranno i piatti proposti e come la materia prima, rigorosamente prodotta in azienda, viene elaborata. La miglior ricetta della tappa regionale parteciperà alla finale del Festival che si svolgerà ad Amatrice in primavera.

Promuovere e valorizzare i piatti tipici locali e coinvolgere gli studenti degli Istituti Alberghieri, ambasciatori del cibo italiano nel mondo, restano gli obiettivi principali dell’iniziativa targata Turismo Verde-Cia che, attraverso la figura dell’Agrichef in Agriturismo, tutela e diffonde i saperi e i sapori della cultura contadina, recuperando antiche ricette, legate a luoghi e tradizioni, nel rispetto della stagionalità e dei saperi contadini e utilizzando nella realizzazione dei piatti ingredienti legati al territorio e alla tutela della biodiversità.

Gli studenti degli istituti alberghieri sono sempre più protagonisti. Saranno loro, infatti, a confrontarsi con la preparazione dei piatti, scoprendone le ricette grazie all’incontro e al lavoro ai fornelli con gli Agrichef di Turismo Verde-Cia, nei loro agriturismi e nelle cucine degli Istituti Alberghieri coinvolti. Inoltre, sarà nell’ambito scolastico che si terrà l’evento finale regionale dove docenti e studenti, dopo preparazione e degustazione, individueranno il piatto più rappresentativo che andrà alla finale nazionale.

L’Agrichef è colui che ha i piedi nella terra, le mani in cucina e la testa nella sua azienda. Si tratta di una definizione che vanta già innumerevoli casi d’imitazione, ma il marchio originale depositato è di Cia-Agricoltori Italiani

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